La fotografia a teatro ha un potere forte. Chiamiamolo ritratto formale, chiamiamolo ritratto in posa libera o chiamiamolo come vogliamo, difficilmente ci avvicineremo alla sua vera essenza ed alla sua definizione univoca.
 
Quando un fotografo si appresta a vivere un lavoro di fotografia teatrale sa perfettamente che dovrà mettere tutte le proprie emozioni a disposizione di ciò che succederà oltre l’obiettivo della macchina fotografica.
 
Emozioni ed espressioni di un attore si sdoppiano, esistono emozioni vere, come paura, ansia, concentrazione prima dello spettacolo, ma poi esistono anche emozioni recitate che, pur essendo tradotte in realtà dalla prova d’attore, sono comunque guidate da un copione, e quindi prevedibili, replicabili.
 
Di certo la fotografia di scena presenta alcune problematiche tecniche da non sottovalutare, tra cui:
 

  • la difficoltà di posizione
  • la scarsità di luce
  • l’imprevedibilità della scena
  • la scelta della qualità di fornitura delle immagini.
 
Per spiegare questi punti è sufficiente capire che gli accordi con la compagnia committente devono prevedere anche la possibilità di spostamento durante il lavoro, per non disturbare il pubblico, per scegliere la giusta posizione che potrebbe essere anche dietro le quinte o in varie parti del proscenio.
 
Scarsità della luce e scelta della forma di pubblicazione delle immagini vanno ovviamente di pari passo, sarà importante scegliere obiettivi luminosi, sensibilità e distanze appropriate per garantire eventuali stampe di qualità del prodotto.
 
Per quanto riguarda la prevedibilità delle scene, ricordiamo che è sempre possibile chiedere di farci spiegare lo svolgimento del lavoro, sia durante l’azione (ad esempio stando vicini al regista) o proponendo la nostra collaborazione durante varie repliche dello spettacolo, cosa che ci permetterà di conoscerne l’andamento via via che ne conosciamo la storia