Il primo pensiero quando guardiamo una fotografia?
Semplice, viene subito da catalogarla nella nostra mente come una “bella” foto o meno.
 
A fare da giudice in questa differenza, sarà sicuramente il fatto che quell’immagine riesca a colpirci più o meno, a catturare la nostra attenzione in quel momento. 
A far sì che una volta vista di sfuggita, i nostri occhi si soffermino a guardarla ancora… e ancora.
 
E allora come portare a casa immagini d’impatto?
Facendo attenzione alla tecnica usata?
Sì, anche. 
Ma non per scattare la foto perfetta. Per scattarne una comunicativa.
 
Dal momento in cui pensiamo ad un’inquadratura al momento in cui l’anteprima del risultato appare sullo schermo della fotocamera, intercorrono moltissimi fattori da valutare: luci, tempi, diaframmi, soggetto, esposizione, punto di ripresa, messa a fuoco, composizione… ognuno di essi porta ad un risultato diverso. 
Che ne esca la foto tecnicamente “perfetta” è importante solo in relazione al fatto che quell’immagine trasmetta qualcosa, è questo l’elemento fondamentale: che sia comunicativa.
 
Non passi cioè inosservata, ma parli! Ci racconti una storia, un momento, un’emozione.
Non ha senso impegnarsi a fondo ad applicare regole compositive apprese da manuali qua e là se poi quell’immagine è vuota… perché tra le due, sicuramente, la fotografia che guarderete sarà quella comunicativa, non quella perfetta.